La chiusura alla pesca di aree marine particolarmente vulnerabili può dare grandi risultati. Lo dimostrano i fatti.
Le riserve marine sono essenziali per la salute del Mediterraneo e possono costituire l’ultimo rifugio per la biodiversità marina. La loro efficacia è anche frutto dello “spillover”, un processo che prevede la fuoriuscita dall’area protetta di pesci, larve e altri organismi per raggiungere le zone limitrofe e favorire il recupero di specie strutturanti, drasticamente ridotte nei fondali strascicati. Questa misura rappresenta un’opportunità senza precedenti per contribuire al ripristino degli ecosistemi marini e degli stock ittici del Mediterraneo.
L’efficacia di queste misure è dimostrata dai risultati della Fossa di Pomo, dove nel 2017 su proposta di MedReAct e dell’Adriatic Recovery Project, fu istituita la prima zona di restrizione di pesca (o Fisheries Restricted Area, FRA) dell’Adriatico, chiusa alla pesca demersale.
In meno di due anni, la FRA della Fossa di Pomo ha prodotto uno straordinario aumento di scampi e naselli e il ritorno nell’area di specie vulnerabili, come gli squali di fondo.
Sempre più impoverito, il Mediterraneo va protetto per potersi rigenerare.
Per questo, MedReAct ha proposto alla Commissione Generale della Pesca nel Mediterraneo l’istituzione di nuove zone chiuse alla pesca di fondo nel Canale di Otranto (Adriatico), nell'area del “Mammellone” (Stretto di Sicilia), nel Golfo del Leone e al largo del Delta dell’Ebro (Mediterraneo occidentale).
Questo stretto tratto di mare che separa il mar Adriatico dallo Ionio, influenza le dinamiche della circolazione delle acque e lo scambio idrico con tutto il bacino del Mediterraneo.
I suoi fondali ospitano importanti zone di riproduzione del gambero rosso, gambero rosa, nasello e gattuccio boccanera e uno degli ultimi hotspot del raro corallo bamboo in tutto il Mediterraneo
Situata al largo di Lampedusa, l’area del Mammellone ospita habitat essenziali per alcune specie ittiche più sovrasfruttate, come il nasello e le triglie, ma anche ampie praterie di Posidonia.
Chiusa dal 1979 alla pesca italiana, il Mammellone continua ad essere oggetto di incursioni da parte di pescherecci non autorizzati, che ne saccheggiano le sue risorse. Solo misure di tutela e di controllo applicabili a tutte le flotte che operano nello Stretto di Sicilia ne consentirebbero la protezione.
Quest’area, importantissima per l’accrescimento e la riproduzione di specie ittiche commerciali, ospita habitat vulnerabili, come il corallo bamboo e diverse specie di pennatula.
L’istituzione di una FRA al largo del Delta dell’Ebro può contribuire al recupero di stock ittici come il nasello, in una zona in cui i tassi di sovrasfruttamento sono tra i più alti di tutto il Mediterraneo.
La zona centrale del Golfo del Leone è una delle aree più produttive e ricche di biodiversità del Mediterraneo occidentale.
Quest’area ospita habitat ittici essenziali (nursery e aree di riproduzione) per diverse specie ittiche come il nasello. È caratterizzata da un'intricata rete di canyon sottomarini e da gorgonie, spugne e coralli di acque profonde. Per questo è considerata una delle zone prioritarie per la conservazione del Mediterraneo occidentale.
Proteggiamo
insieme gli ecosistemi
marini
del Mediterraneo
Chiediamo la piena tutela degli ecosistemi di profondità del mar mediterraneo dalla pesca a strascico
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