Questi ecosistemi rappresentano importanti bacini di biodiversità e giocano ruoli ecologici fondamentali. Possono infatti fornire rifugio e riparo dai predatori sia per le uova che per i giovanili di specie commerciali e non e facilitare l’approvvigionamento di cibo.
Le zone di restrizione alla pesca o Fisheries Restricted Areas (FRA) sono aree designate dalla Commissione Generale per la Pesca nel Mediterraneo (CGPM) per il recupero di stock ittici sovrasfruttati e la protezione di ecosistemi marini vulnerabili, dove la pesca è vietata o fortemente limitata. Spesso situate in alto mare, queste aree possono costituire l’ultimo rifugio per la biodiversità.
La FRA di Otranto si trova in una stretta zona di mare che collega Italia e Albania e ospita, in particolare, habitat essenziali per specie commerciali come i gamberi e ecosistemi marini vulnerabili come il fragile corallo bambù e le spugne di profondità, estremamente vulnerabili all’impatto della pesca a strascico.
La zona centrale della FRA, chiusa alla pesca di fondo, costituisce la piu' grande riserva marina dell'Adriatico.
Il Canale di Otranto costituisce un’area unica in Adriatico grazie ai suoi ripidi pendii che raggiungono oltre 900 m di profondità, e alla presenza di caratteristiche che influenzano la dinamica della circolazione delle acque e lo scambio idrico con l'intero bacino del Mediterraneo.
Qui si trova l'Isidella elongata, nota anche come corallo bambù, una rara gorgonia che svolge un ruolo importantissimo nel formare colonie che si arricchiscono di specie e che sostengono zone di riproduzione e accrescimento di specie commerciali come gamberi, naselli e scampi, aumentando la biodiversità marina.
Inoltre, il Canale di Otranto costituisce un ambiente ideale per il sostentamento di specie vulnerabili o a rischio come delfini, tartarughe, del diavolo di mare e della balena di Cuvier, tanto da essere oggetto di un appello per la sua tutela rivolto al governo italiano e sottoscritto da 100 ricercatori.
Il Canale di Otranto costituisce un’area unica in Adriatico grazie ai suoi ripidi pendii che raggiungono oltre 900 m di profondità, e alla presenza di caratteristiche che influenzano la dinamica della circolazione delle acque e lo scambio idrico con l'intero bacino del Mediterraneo.
L’Isidella elongata, nota anche come corallo bambù, è una rara gorgonia che svolge un ruolo importantissimo nel formare colonie che si arricchiscono di specie e che sostengono zone di riproduzione e accrescimento di specie commerciali come gamberi, naselli e scampi, aumentando la biodiversità marina.
Inoltre, il Canale di Otranto costituisce un ambiente ideale per il sostentamento di specie vulnerabili o a rischio come delfini, tartarughe, del diavolo di mare e della balena di Cuvier, tanto da essere oggetto di un appello per la sua tutela rivolto al governo italiano e sottoscritto da 100 ricercatori.
Nel 2018, MedReAct propone una nuova FRA nel Canale di Otranto e avvia diversi incontri con le marinerie interessate per raccogliere le osservazioni dei pescatori, che salvaguardando le misure di conservazione, consentano di ridurre l'impatto socio–economico della FRA.
Attraverso un documentario girato nelle marinerie pugliesi, MedReAct raccoglie le testimonianze di pescatori e operatori del mare sulla crisi dell’Adriatico.
Viene lanciata la campagna "Ultimo Pesce dell’ Adriatico”.
Oltre 100 ricercatori firmano un appello al Governo italiano per l'istituzione di una grande riserva marina nel Canale di Otranto.
La CGPM adotta una roadmap per l’istituzione della FRA di Otranto.
Grazie al sostegno dell’Unione europea viene condotta dalla CGPM una survey con metodi non distruttivi, che conferma la presenza e la diffusione del corallo bambù nel Canale di Otranto.
La CGPM rafforza le misure di gestione per l’introduzione di nuove FRA.
Il 6 novembre 2024 la CGPM vota all'unanimità l'istituzione della FRA di Otranto!
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