Dona ora
Dona ora
Dona ora
Comunicato Stampa

Consiglio pesca UE: compromesso a ribasso

Per fare contenti tutti l’accordo raggiunto nella notte penalizza le specie a rischio del Mediterraneo                                                          

Tempo di lettura: 2 minuti

Bruxelles, 13 Dicembre 2022 - Con una decisione di compromesso sulla riduzione dello sforzo di pesca nel Mediterraneo occidentale e sullo sfruttamento dell'anguilla, due dei temi piu' controversi all'ordine del giorno, si è concluso il Consiglio Europeo della Pesca dell’11 e il 12 Dicembre a Bruxelles.

L'ultima valutazione del Comitato scientifico, tecnico ed economico della pesca (CSTEP) del 6 dicembre scorso, ha confermato il grave stato degli stocks ittici del Mediterraneo occidentale, con 15 su 18 stocks analizzati soggetti a sovrapesca, di cui alcuni ormai in “zona rossa” con livelli di biomassa così bassi da comprometterne la riproduzione.

Ancora più preoccupante l’allarme della Commissione europea che segnala come lo stato di alcuni stocks di nasello e di gamberi di profondità, presentino una tale criticità da richiedere, secondo quanto previsto dal Regolamento UE sul Mediterraneo occidentale, l’applicazione di misure di salvaguardia tra cui l’introduzione di nuove aree chiuse alla pesca di fondo per la protezione dei riproduttori e dei giovanili per queste specie, o la sospensione delle attività di pesca per almeno  sei mesi. 

A fronte di queste criticità il Consiglio Pesca ha approvato il taglio del 7% dello sforzo di pesca nel Mediterraneo occidentale e il rafforzamento del meccanismo di compensazione che offrirà ai pescatori più giorni di pesca a fronte della chiusura di aree vulnerabili alla pesca.

Mentre in Adriatico centrale gli scampi si stanno riprendendo, grazie alla chiusura alla pesca di fondo introdotta nel 2017 nella Fossa di Pomo, in Adriatico meridionale, lo CSTEP rileva che la biomassa dello stock di scampi è ai minimi storici e richiede ulteriori misure protettive.

Proprio nel Canale di Otranto MedReAct ha proposto nel 2018 l’istituzione di una Zona di Restrizione di Pesca, simile a quella istituita per la Fossa di Pomo, che il governo italiano non ha ancora sostenuto.

“Se Francia, Italia e Spagna sostenessero l’introduzione e il rafforzamento di Zone di Restrizione alla pesca nel Golfo del Leone, in Adriatico e al largo del Delta dell’Ebro, che potrebbero contribuire fortemente al recupero degli stock ittici, i primi a beneficiarne sarebbero gli stessi pescatori”, ha dichiarato Domitilla Senni di MedReAct.

Cattive notizie per l’anguilla, specie a rischio critico di estinzione. Il piccolo passo avanti sancito dal Consiglio con l’allineamento alle decisioni prese per il Mediterraneo lo scorso novembre, l’estensione del divieto di chiusura a 6 mesi e il divieto alla pesca ricreativa, rischia di rimanere inefficace considerate le numerose deroghe previste.

“Il pericolo - dice Senni - è quello di  vanificare l'efficacia del divieto parziale di pesca per una specie che ha visto una drastica riduzione della popolazione in pochi decenni e un declino del 95% negli ultimi 40 anni.

Senza misure di tutela più restrittive il destino dell'anguilla europea potrebbe essere segnato”.

Leggi tutti i comunicati

Articoli correlati

Continua a leggere MedReAct
iscriviti alla newsletter
crossmenuchevron-rightarrow-right