Redazione Il Fatto Alimentare | 26 febbraio 2016
Il 96% degli stock ittici dell’UE nel Mediterraneo è troppo sfruttato, e la pressione supera fino a nove volte il rendimento massimo sostenibile (RMS ovvero numero di catture possibili senza compromettere la sopravvivenza della specie). In particolare merluzzo, triglia, rana pescatrice e melù, oltrepassano la soglia di sostenibilità di ben sei volte. Sono queste le conclusioni raggiunte da MedReAct (organizzazione che promuove azioni di recupero della biodiversità marina nel Mediterraneo), sulla base dei dati del comitato scientifico sulla pesca dell’Unione Europea (STEFC – Scientific, Technical and Economic Committee for Fisheries). «Bisogna intervenire subito per combattere la pesca illegale nel Mediterraneo, ridurre lo sforzo di pesca, adottare piani di recupero per le specie più a rischio e chiudere le aree di nursery per periodi di tempo idonei al ripopolamento» ha dichiarato la portavoce dell’organizzazione, Domitilla Senni...
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