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Comunicato Stampa

L'ANGUILLA E' A RISCHIO ESTINZIONE

 E' rimasto solo il 5% della popolazione in età riproduttiva. 

Tempo di lettura: 3 minuti

L’anguilla, […]

l'iride breve, gemella

di quella che incastonano i tuoi cigli

e fai brillare intatta in mezzo ai figli

dell'uomo, immersi nel tuo fango,

puoi tu

non crederla sorella?

Eugenio Montale, La Bufera e Altro, 1948.

Cattura anguilla a rischio estinzione

PERCHE' L'ANGUILLA RISCHIA L'ESTINZIONE


L’anguilla è una viaggiatrice instancabile.

Può percorrere, nell’arco della sua vita, fino a 7000 chilometri per raggiungere le acque europee dal Mar dei Sargassi.

Oggi di questa specie affascinante è rimasto solo il 5% della popolazione in età riproduttiva, tanto da essere classificata dall’Unione Internazionale per la Conservazione della Natura (IUCN) specie in ‘pericolo critico di estinzione’

Diverse sono le cause del suo declino.

Il ciclo vitale dell'anguilla la porta a dipendere da numerosi habitat di acqua dolce e salata, per la crescita e la riproduzione. Così, l’inquinamento degli ambienti marini, costieri e fluviali unito allo storico sfruttamento, rappresentano i fattori più critici per la sua sopravvivenza.

Inoltre, le barriere costruite sui corsi d’acqua come le centrali idroelettriche, dighe e altre infrastrutture costituiscono ostacoli alla migrazione dell’anguilla, mentre inquinanti organici e metalli pesanti riducono la qualità dell’acqua necessaria per la sua sopravvivenza.

GLI EFFETTI DELLA PESCA

Oltre a questi impatti, quello che incide maggiormente sullo stato dell'anguilla europea è la pesca, commerciale e ricreativa.

Le catture riguardano esemplari nei tre stadi principali del loro ciclo vitale: lo stadio di cieca, di gialla e quello adulto di argentina. Lo sfruttamento dell’anguilla ne ha fortemente compromesso il potenziale riproduttivo e ha portato le popolazioni sull’orlo del collasso.

Poiché l’anguilla non si riproduce in cattività, le catture delle giovani anguille cieche finiscono negli allevamenti, dove vengono ingrassate prima di essere introdotte sul mercato. Un po’ come si fa per tutti gli animali da allevamento.

Anche le recenti attività di ripopolamento delle anguille, ovvero la rilocazione da un ambiente acquatico all’altro, ritenute da alcuni paesi europei come necessarie per la conservazione della specie, sono considerate nocive per la potenziale diffusione di malattie e l’interruzione dei comportamenti migratori.

GLI EFFETTI DEL CAMBIAMENTO CLIMATICO SUL DECLINO DELL'ANGUILLA

Rimangono invece ancora da chiarire gli effetti dei cambiamenti climatici sull’anguilla ma è possibile che il progressivo depotenziamento della corrente del Golfo, che da milioni di anni permette alle anguille di raggiungere le coste europee, possa alterarne la migrazione.

UNA DEBOLE RISPOSTA AL SUO DECLINO


Nonostante misure per la conservazione dell’anguilla siano state introdotte a livello europeo a partire dal 2007, lo stato della specie rimane ancora a livelli critici. Nel 2018, l’Unione europea adottò un fermo pesca di tre mesi, finalizzato alla protezione dell’anguilla argentina durante il suo periodo migratorio. Il fermo temporaneo non impedì agli stati membri di aumentarne lo sfruttamento, rendendo così la misura inefficace. Solo nel 2022 il Consiglio europeo ha adottato ulteriori misure, come il divieto di pesca ricreativa e l’estensione del fermo pesca da tre a sei mesi nei periodi di migrazione.

Una decisione che, seppur costituendo un timido passo in avanti, non tiene conto dell’avviso scientifico del Consiglio Internazionale per l’Esplorazione del Mare (CIEM) per un divieto di pesca totale fino al recupero della specie

Intanto in Italia, l’anguilla continua a essere pescata anche durante i periodi di migrazione, come a dicembre quando aumenta sul mercato la domanda per servire piatti a base di anguilla sotto le feste natalizie. Un nuovo decreto del Ministero dell’Agricoltura, pur vietando la pesca in mare e quella sportiva  per il 2023 consente ancora di pescare anguille nelle acque dolci e salmastre dal 1 luglio al 31 dicembre, inclusi mesi in cui si registra il picco di migrazione dell’anguilla argentina.

QUALI MISURE PER SALVARE L'ANGUILLA ?


L’ultimo parere del CIEM chiede il divieto totale di pesca per tutti gli stadi vitali dell’anguilla, da applicare anche alle catture dell’anguilla cieca provenienti dall’acquacoltura e dalle pratiche di ripopolamento e il recupero degli habitat dell’anguilla.

Proprio lo scorso dicembre MedReAct ha lanciato una campagna di sensibilizzazione per informare i consumatori sullo stato critico dell’anguilla, mettendoli così in grado di fare scelte più consapevoli su cosa portare in tavola. 

Inoltre abbiamo chiesto a tutti gli assessorati regionali alla pesca che le chiusure aggiuntive previste dal nuovo regolamento UE riflettano pienamente i periodi di migrazione dell’anguilla compreso quello del mese di dicembre.

Anguilla - Specie a rischio estinzione - Mar Mediterraneo

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