SCOPRI IL MARE PROFONDO: IL LATO OSCURO DEL MEDITERRANEO
Dal Festival della Scienza di Genova, in una lectio magistralis organizzata da MedReAct, il prof. Roberto Danovaro ha svelato, anche attraverso molte immagini, la ricchezza degli ecosistemi marini profondi, la diversità e la particolarità delle specie che vi vivono e il ruolo che questi ambienti svolgono nell’equilibrio del Pianeta, come ad esempio quello di influenzare in modo determinante i processi ecosistemici dell’intera biosfera e di avere un ruolo chiave nell’assorbimento di anidride carbonica.
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ROBERTO DANOVARO: Professore di Biologia marina, Ecologia e Sostenibilità ambientale presso l’Università Politecnica delle Marche. Dal 2013 al 2022 è stato Presidente della Stazione Zoologica Anton Dohrn, Istituto Nazionale di Biologia Ecologia e Biotecnologie Marine. Autore di oltre 500 pubblicazioni, ha ricevuto numerosi riconoscimenti (BMC Biology, Società Francese di Oceanografia). ExpertScape lo ha indicato come il più influente scienziato in "Oceani e mari 2010-2020"
ROBERTO MEZZALAMA: Membro del Consiglio di Amministrazione del Politecnico Torino e partner Scientifico del Laboratorio di Sostenibilità dell' UNISG di Pollenzo. Partecipa alla Graduate School of Design dell’Università di Harvard all'interno del Zofnass Program come membro dell' Advisor Board, un gruppo di esperti provenienti dal settore della consulenza e dell’ingegneria ambientale a livello internazionale. Ha pubblicato per la Casa Editrice Einaudi il volume “Il clima che cambia l’Italia”.
IL MARE PROFONDO E I SUOI ECOSISTEMI
La profondità media degli oceani è di quasi 4000 metri: uno spazio in gran parte completamente privo di luce. La porzione oscura dell’oceano (dai 200 metri di profondità in giù) rappresenta però una percentuale enorme, pari al 90%, dello spazio abitato dalle forme di vita presenti sul nostro pianeta.
Gli ecosistemi marini profondi, dai grandi canyon fino agli abissi, ospitano una biodiversità unica e in gran parte ancora sconosciuta e influiscono sui processi ecosistemici nell’intera biosfera svolgendo, ad esempio, un ruolo chiave nell’assorbimento di anidride carbonica. Tuttavia, l’impronta delle attività umane ha ormai raggiunto profondità un tempo inaccessibili.
La pesca a strascico, l’estrazione di idrocarburi, l’inquinamento e i cambiamenti climatici stanno lasciando segni evidenti negli ambienti profondi mettendo a rischio questi ecosistemi così delicati, con conseguenze preoccupanti per l’intero pianeta. Esistono però misure di tutela che abbiamo il dovere di attuare nel più breve tempo possibile, nell’interesse del pianeta e di noi stessi.
Il mare profondo ospita una grande diversità di ecosistemi e specie. E’ la parte più estesa del nostro pianeta, coprendo oltre il 65% della superficie terrestre. Tuttavia, resta ancora uno dei luoghi meno indagati e conosciuti.
Il Mar Mediterraneo occupa solo lo 0,8% della superficie e lo 0,3% del volume degli oceani.
E’ stato definito da alcuni studiosi come un “oceano in miniatura” e per questo può essere utilizzato come modello per anticipare la risposta degli oceani globali a vari tipi di pressioni umane.
La profondità media del Mar Mediterraneo è di 1.500 m contro i 3.750 m degli oceani globali. Il punto più profondo raggiunge gli oltre 5.000 m nell’Abisso Calypso al largo del Mar Ionio.
ECOSISTEMI MARINI PROFONDI DEL MEDITERRANEO
Anche nel Mar Mediterraneo, come nel resto degli oceani, gli ambienti profondi pur rimanendo fino ad ora poco noti, sono i protagonisti.
Costituiscono infatti circa il 78% della sua superficie caratterizzati da una grande eterogeneità di habitat, come canyon e montagne sottomarine, vulcani di fango e ambienti estremi come i camini idrotermali, le fuoriuscite di gas freddi e i bacini anossici ipersalini.
Tali ambienti estremi creano complesse strutture, come quelle formate dai coralli profondi, che favoriscono la biodiversità.
La maggior parte degli ecosistemi profondi sono fondali mobili (sabbia e fango) apparentemente desertici, ma che in realtà ospitano specie e habitat unici e vulnerabili (ad esempio campi di spugne, praterie di gorgonie e di pennatule).
UN MAR MEDITERRANEO ANCORA DA SCOPRIRE
A causa della vastità degli abissi oceanici, le nostre conoscenze sono ancora agli inizi. Stime recenti indicano che il Mediterraneo profondo può ospitare quasi 3.000 specie contro le 17.000 stimate per l'intero bacino.
La maggior parte di queste sono ancora sconosciute alla scienza.
Negli ultimi decenni, le nuove tecnologie hanno permesso agli scienziati di indagare aree sempre più profonde e inesplorate, scoprendo nuove specie e migliorando la nostra comprensione del funzionamento degli ecosistemi e dei beni e servizi che forniscono. Queste scoperte hanno aumentato la consapevolezza che gli ecosistemi di profondità sono unici sulla Terra, ma fragili allo stesso tempo.
GLI IMPATTI SUGLI ECOSISTEMI DI PROFONDITA'
Negli ultimi anni, l’impatto della pesca di fondo, le trivellazioni e lo sfruttamento delle risorse naturali si è spinto fino alle maggiori profondità, alterando il funzionamento dell’oceano globale. A questi si aggiungono: l’effetto dei cambiamenti climatici, l’acidificazione e la riduzione dell’ossigeno disciolto nelle sue acque.
Il quadro generale vede anche una progressiva desertificazione degli abissi, sempre più poveri e inospitali.
Gli ecosistemi marini profondi del Mediterraneo non fanno eccezione
ma alcune aree potrebbero diventare rifugi climatici per molte specie.
Nel Mediterraneo vige dal 2005 il divieto di pesca a strascico oltre i 1.000 m di profondità, ma questa misura non tutela la varietà di ecosistemi vulnerabili e habitat sensibili che si trovano a profondità inferiori.
Per questo MedReAct ha proposto di estendere il divieto di pesca a strascico oltre i 600 metri, misura che contribuirebbe in maniera significativa al raggiungimento degli obiettivi internazionali di tutela del 30% del Mediterraneo entro il 2030.
LA PETIZIONE PER GLI ECOSISTEMI MARINI PROFONDI
L'incontro “Come è profondo il mare”, rientra tra le iniziative di MedReAct per richiamare l'attenzione sulla necessità di azioni urgenti per la tutela del nostro mare. Se vuoi firmare la nostra petizione per la promozione di nuove riserva marine nel Mediterraneo, clicca in basso.