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ANGUILLA EUROPEA

ANGUILLA EUROPEA, UNA SPECIE DA PROTEGGERE

Anguilla: Tra minacce e tutele

Storia di una specie enigmatica

L’anguilla europea (Anguilla anguilla) è una specie altamente migratoria che nasce nel mar dei Sargassi e raggiunge le coste atlantiche e mediterranee, colonizzandone le acque dolci e salmastre. Raggiunto lo stadio di maturità, l’anguilla fa ritorno al mar dei Sargassi per riprodursi e morire.

Dopo la deposizione delle uova, le piccole larve iniziano una migrazione oceanica dal Mar dei Sargassi verso le acque continentali europee e mediterranee. Dopo circa due anni e migliaia di chilometri percorsi, le larve si trasformano in anguille cieche e, migrando negli habitat di acqua dolce, raggiungono lo stadio di anguille gialle.

L’ultimo stadio di sviluppo in anguille argentate corrisponde all’inizio del viaggio di ritorno verso il Mar dei Sargassi. Il richiamo alla riproduzione porta le anguille a percorrere circa 7000 km, un viaggio controcorrente al termine del quale si riproducono e muoiono.

Dal 2008 l'anguilla europea è classificata come in grave pericolo di estinzione dall’Unione Internazionale per la Conservazione della Natura (IUCN). Lo straordinario ciclo vitale dell’anguilla europea rimane ancora in parte sconosciuto, rendendo ancora più urgente la sua piena tutela.

UNA SPECIE AL COLLASSO

La pesca eccessiva, la distruzione degli habitat, l’inquinamento, la presenza di barriere alle migrazioni e l’innalzamento delle temperature - con i suoi effetti collaterali come l’indebolimento delle correnti oceaniche - sono tra i maggiori impatti che minacciano la sopravvivenza di questa specie.

I dati non mentono: con uno stock al di sotto del 10% dei livelli storici, l’anguilla ha urgente bisogno di misure di tutela integrali.

ANGUILLA EUROPEA UNA SPECIE IN 
VIA DI ESTINZIONE

Fin dal 2020, il Consiglio Internazionale per l'Esplorazione del Mare (CIEM) ha raccomandato l'adozione del divieto di pesca per tutti gli stadi di vita dell'anguilla europea. Eppure la pesca continua ad essere autorizzata in alcuni periodi dell’anno, persino in quelli di migrazione, così cruciali per il ciclo di vita delle anguille.

Le deboli misure di protezione introdotte dal 2007 non sono state in grado di arginare il suo declino. Oggi nel Mediterraneo é vietata la pesca ricreativa all’anguilla, mentre la pesca professionale continua ad essere autorizzata per ben 6 mesi all’anno.

L'anguilla viene ancora pescata allo stadio vulnerabile di ceca ed il divieto di pesca spesso non coincide con il periodo di migrazione dell’anguilla argentina, considerata uno stadio chiave per il mantenimento della popolazione.

Le soluzioni al declino dell’anguilla esistono, ma rimane poco tempo. Solo un immediato divieto di pesca per tutti gli stadi vitali dell’anguilla, il ripristino dei suoi habitat, la lotta alla pesca illegale possono sostenere il suo recupero

Le deboli misure di protezione introdotte dal 2007 non sono state in grado di arginare il suo declino. Oggi nel Mediterraneo é vietata la pesca ricreativa all’anguilla, mentre la pesca professionale continua ad essere autorizzata per ben 6 mesi all’anno.

L'anguilla viene ancora pescata allo stadio vulnerabile di ceca ed il divieto di pesca spesso non coincide con il periodo di migrazione dell’anguilla argentina, considerata uno stadio chiave per il mantenimento della popolazione.

Le soluzioni al declino dell’anguilla esistono, ma  rimane poco tempo. Solo un immediato divieto di pesca per tutti gli stadi vitali dell’anguilla, il ripristino dei suoi habitat, la lotta alla pesca illegale possono sostenere il suo recupero.

LEGGI I COMUNICATI E I REPORT

FRA del delta dell’Ebro

Quest’area importantissima per l’accrescimento e la riproduzione di specie commerciali, ospita habitat vulnerabili, come il corallo bamboo e diverse specie di pennatula. L’istituzione di una FRA al largo del Delta dell’Ebro potrebbe contribuire al recupero di stock ittici come il nasello, in una zona in cui i tassi di sovrasfruttamento sono tra i più alti di tutto il Mediterraneo.

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FRA del Golfo del Leone

la zona centrale del Golfo del Leone è una delle aree più produttive e ricche di biodiversità del Mediterraneo occidentale. Inoltre, i fondali al largo del Golfo del Leone recentemente sono stati identificati come una delle zone prioritarie per la conservazione degli ambienti profondi del Mediterraneo.

Nel 2022 MedReAct ha proposto la creazione di una nuova FRA nel Golfo del Leone, area ricca di ecosistemi e specie vulnerabili come i coralli di profondità, capodogli e squali.

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News 

Report e comunicati

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