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Comunicato Stampa

Anguilla Europea: misure troppo timide per la sua protezione

L’appello a Lollobrigida: “Necessario un divieto di pesca totale all’anguilla cieca”.

Tempo di lettura: 2 minuti

Spalato, 9 novembre 2023

La gestione dell’anguilla europea è stata sul tavolo della Commissione Generale della Pesca nel Mediterraneo (CGPM) riunita in questi giorni a Spalato. Ma le misure adottate non sono sufficienti per salvare questa specie, in pericolo critico di estinzione, in particolare per quanto riguarda l'anguilla cieca, lo stadio giovanile dell'anguilla. Negli stadi successivi l’anguilla europea viene definita gialla, e quindi argentina, subito dopo la maturazione sessuale. 

Infatti, è prevista nel 2024, solamente una riduzione della pesca all’anguilla cieca del 30% rispetto al 2019-2021, oltre alla riconferma delle misure già in atto, ovvero la chiusura di 6 mesi alla pesca e il divieto di pesca ricreativa. Un passo troppo timido che non consentirà la piena tutela e il recupero di questa specie. 

Secondo l'ultimo parere scientifico del Consiglio Internazionale per l'esplorazione del mare (CIEM), e' necessario un divieto di pesca totale nel 2024 in tutti gli habitat dell'anguilla sia per la pesca ricreativa che commerciale, compresa  la pesca di anguille cieche destinate al ripopolamento e all'acquacoltura.

Ad oggi, lo stato dell'anguilla europea rimane fortemente critico. Nonostante una diminuzione del 95% della popolazione negli ultimi 45 anni, si continua a consentirne la pesca.  

Gli ultimi dati pubblicati dal CIEM per il 2022 rivelano ben 96 tonnellate di catture dell’anguilla gialla e argentina in Italia destinate alla vendita, rispetto alle 50 del 2021 e si continuano ad autorizzare i prelievi anche durante i periodi critici di migrazione dell'anguilla, in nove regioni: Lombardia, Veneto, Friuli-Venezia Giulia, Emilia-Romagna, Toscana, Lazio, Puglia, Umbria e Sardegna. In queste regioni esiste una pesca stagionale dell'anguilla gialla e argentina nelle acque interne, mentre nelle altre è previsto il divieto totale di pesca. 

MedReAct chiede quindi al Ministro Lollobrigida di introdurre immediatamente il divieto alla pesca all’anguilla cieca per tutelare il reclutamento, un primo passo facile da compiere, considerato che l'Italia non ha segnalato alcuna cattura di anguilla cieca a partire dal 2019, e l’estensione progressiva del divieto totale di pesca all’anguilla entro il 2025 su tutto il territorio nazionale. 

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