Adottate misure ambiziose per l'Adriatico.
Malaga/Bruxelles, 10 novembre 2025 – Mentre i paesi del Mediterraneo hanno perso un'occasione cruciale per estendere la protezione delle acque profonde dalla pesca distruttiva durante la riunione annuale della Commissione Generale per la Pesca nel Mediterraneo (CGPM), MEDREACT ha accolto con favore la decisione di rafforzare l'attuazione del Piano pluriennale demersale (MAP) nel Mare Adriatico con una serie di misure ambiziose, proposte dall’Unione Europea, dall'Albania e dal Montenegro.(1)
"Il Piano di gestione della pesca demersale dell'Adriatico ha dimostrato che la combinazione di misure spaziali ben individuate e applicate con una riduzione dello sforzo di pesca può invertire i trend di sovrasfruttamento e sostenere il recupero di stock ittici e specie sensibili depauperati, ha affermato Domitilla Senni, direttore esecutivo di MedReAct.
"Ciò è particolarmente rilevante in un bacino che ha subito un’intensità tale della pesca a strascico, da essere considerata la più alta al mondo e dovrebbe essere preso come esempio da altri piani di gestione della pesca in Mediterraneo che faticano ad attuare la transizione verso una pesca sostenibile."
Tuttavia, MedReAct si rammarica che la GFCM non sia intervenuta per estendere la protezione delle acque profonde del Mediterraneo, nonostante i risultati degli studi pilota della GFCM abbiano dimostrato i benefici ecologici di un'estensione dell'attuale divieto di strascico al di sotto dei 1000 metri di profondità, nonché impatti marginali per i pescatori. Questa battuta d'arresto compromette anche un precedente impegno della GFCM del 2023 di estendere la protezione delle acque profonde entro il 2025.
L'UE ha svolto un ruolo trainante all'interno della CGPM, sostenendo l'avvio di studi pilota per valutare l'impatto dell'estensione del divieto di pesca a strascico in acque profonde. L'inazione della CGPM è in contrasto con gli impegni internazionali – nell'ambito della Strategia dell'UE sulla biodiversità e della Strategia 2030 della CGPM per il Mediterraneo – di designare ulteriori zone di restrizione della pesca al fine di proteggere le popolazioni ittiche e gli habitat sensibili e di affrontare l'impatto dei metodi di pesca distruttivi.
L'estensione della protezione delle acque profonde contribuirebbe a recuperare gli stock sovrasfruttati, come i gamberi di profondità, a proteggere gli ecosistemi marini vulnerabili e a migliorare la resilienza climatica del Mediterraneo, poiché gli habitat profondi svolgono un ruolo cruciale nello stoccaggio del carbonio e nella regolazione del clima.(2)
"Lo stato del Mar Mediterraneo sta peggiorando a un ritmo allarmante. Eppure i paesi continuano a tollerare l'impatto della pesca distruttiva sugli ecosistemi vulnerabili delle acque profonde. Il percorso verso una pesca sostenibile richiede misure urgenti e coraggiose a lungo termine che offrano benefici tangibili per le specie e gli ecosistemi marini, nonché la transizione verso una pesca a basso impatto. L'estensione della protezione delle acque profonde contribuirà a recuperare le popolazioni ittiche e gli habitat e rappresenterà un passo concreto verso un futuro migliore per le comunità che dipendono dalla salute del mare per il loro sostentamento" ha dichiarato Domitilla Senni
I recenti progetti pilota condotti nell'ambito della GFCM in sei paesi - Egitto, Francia, Grecia, Malta, Spagna e Tunisia - hanno dimostrato che l'estensione del divieto di pesca a strascico in acque profonde da 1000m a 800m porterebbe notevoli benefici in termini di protezione degli ecosistemi marini vulnerabili, come coralli e spugne, con costi limitati o nulli per la pesca. Inoltre, il Comitato consultivo scientifico della GFCM ha concluso che l'estensione del divieto a questa profondità contribuirebbe al recupero degli stock ittici e alla conservazione di specie e habitat vulnerabili.
A ottobre, il Congresso Mondiale per la Conservazione della Natura (WCC) dell'Unione Internazionale per la Conservazione della Natura (IUCN) ha adottato due mozioni per proteggere gli ecosistemi marini vulnerabili delle profondità marine dalla pesca distruttiva. La mancata estensione della protezione delle profondità marine del Mediterraneo rischia di compromettere i progressi scientifici nella protezione degli ecosistemi marini vulnerabili e ritarderebbe l'adozione di importanti misure di conservazione.
Poiché il cambiamento climatico spinge specie marine verso acque più profonde, il miglioramento della tecnologia ha progressivamente consentito alle flotte di pescare a profondità sempre maggiori. Questa tendenza è visibile nel Mediterraneo, anche da parte delle flotte pescherecce extra-UE.
MedReact esorta pertanto l'UE e la CGPM ad adottare un approccio precauzionale estendendo la protezione delle acque profonde per preservare queste aree cruciali ricche di vita marina e i pescatori che da esse dipendono.
Note per i redattori:
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Luisa Colasimone, Consulente Comunicazione Senior di MedReAct; lglcolasimone@gmail.com; +32 479 100 067