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Comunicato Stampa

Il Manifesto per salvare il mare

Fano - OCEANACTION festival 29 luglio 2023. Presentato il Manifesto per il Mar Mediterraneo

Tempo di lettura: 2 minuti

MedReAct, Sea Shepard, Greenpeace, Legambiente, Marevivo, Reef Check, Fano Unimar e Pro Natura in occasione del secondo Festival Ocean Action, svoltosi a Fano il 29 luglio 2023, hanno lanciato un Manifesto per il recupero del Mediterraneo attraverso la tutela degli habitat vulnerabili.

La biodiversità è il bene più prezioso del pianeta. Perdere biodiversità significa perdere l’efficienza del funzionamento circolare degli ecosistemi, nonché la capacità degli ecosistemi di rinnovare acqua, aria e cibo, con gravi conseguenze sulla salute dell’umanità e di tutti gli organismi. Proteggere aree di terra e di mare dalle attività dell’uomo più impattanti è oggi la strategia più rapida ed efficiente che abbiamo a disposizione. Ma istituire nuove aree protette purtroppo non basta, è indispensabile osservarne le regole che ne consentono la tutela e la gestione, aumentando in tutti la consapevolezza del rispetto di questi luoghi.

Purtroppo l’importanza della funzione che svolgono gli ecosistemi marini è poco percepita e i danni che subiscono sono nascosti sotto la superficie del mare. Per questo è così difficile sviluppare nell’opinione pubblica la giusta percezione della crisi degli oceani. Tra le attività dell’uomo più distruttive degli habitat naturali troviamo la pesca a strascico di fondo , che trainando pesanti reti sui fondali marini distrugge tutto ciò che incontra. Questa, come dimostrato dall’Atlante sulla pesca a strascico nelle aree protette prodotto da MedReAct e Global Fishing Watch, viene paradossalmente svolta anche illegalmente all’interno di aree marine protette, creando danni incalcolabili.

Per questo chiediamo con urgenza alla politica europea e nazionale: 

  • il monitoraggio da parte delle autorità di controllo dell’osservazione delle norme vigenti nelle aree già sotto tutela; 
  • l’estensione del divieto di strascico al di sotto dei 600-800 metri di profondità;  
  • l’istituzione di nuove zone di tutela (Fish Recovery Areas, FRA) in aree di grande valenza ecologica come quelle individuate nel Golfo del Leone, al largo del Delta dell’Ebro, nel Canale di Otranto e nell’area del Mammellone, al largo della Tunisia e in fase di esame da parte della Commissione Generale per la Pesca nel Mediterraneo. 

Riservare importanti porzioni di mare al ripopolamento degli stock ittici, alla salvaguardia di habitat e specie sensibili è una strategia vincente che va perseguita con più vigore, anche a vantaggio degli stessi pescatori, che saranno i primi a beneficiare del ripopolamento del mare.

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