La pesca ha causato lo sfruttamento eccessivo degli stock ittici, alterato gli ecosistemi e impoverito la biodiversità marina.
La Fossa di Pomo, situata tra Italia e Croazia, è una zona in cui le basse acque del nord e del centro Adriatico sprofondano fino a circa 200 metri. Grazie a questa sua conformazione, ospita caratteristiche uniche ed è considerato uno dei più importanti ecosistemi per le risorse ittiche di tutto l’Adriatico.
La Fossa di Pomo ospita nursery e zone di riproduzione di alcuni degli stock ittici tra i più sfruttati, ma anche di habitat vulnerabili che fanno di questa zona una delle più importanti per il recupero dell’Adriatico.
La pesca ha causato lo sfruttamento eccessivo degli stock ittici, alterato gli ecosistemi e impoverito la biodiversità marina.
La Fossa di Pomo, situata tra Italia e Croazia, è una zona in cui le basse acque del nord e del centro Adriatico sprofondano fino a circa 200 metri. Grazie a questa sua conformazione, ospita caratteristiche uniche ed è considerato uno dei più importanti ecosistemi per le risorse ittiche di tutto l’Adriatico.
La Fossa di Pomo ospita nursery e zone di riproduzione di alcuni degli stock ittici tra i più sfruttati, ma anche di habitat vulnerabili che fanno di questa zona una delle più importanti per il recupero dell’Adriatico.
Le FRA costituiscono delle riserve marine per il recupero di specie ittiche sovrasfruttate, e una sorta di “polmone” per il ripristino della biodiversità.
Nel 2016, per sostenere azioni di tutela dell’Adriatico, MedReAct lancia l’Adriatic Recovery - una coalizione di organizzazione ambientaliste e istituti di ricerca - con l’obiettivo di promuovere Fisheries Restricted Areas (FRA) – ovvero di zone in cui la pesca viene chiusa o fortemente ridotta – che ospitano aree di riproduzione e crescita di importanti specie ittiche o ecosistemi vulnerabili.
La prima proposta di FRA di MedReAct e dell’Adriatic Recovery Project per la chiusura di una vasta zona della Fossa di Pomo alla pesca di fondo, è stata accolta dalla Commissione Generale della Pesca nel Mediterraneo (CGPM) e nel 2017 è nata la FRA di Pomo. La protezione della Fossa di Pomo ha prodotto risultati sorprendenti con un aumento vertiginoso della biomassa di specie commerciali, come scampi e naselli e il ritorno di squali di fondo.
La prima proposta di FRA di MedReAct e dell’Adriatic Recovery Project per la chiusura di una vasta zona della Fossa di Pomo alla pesca di fondo, è stata accolta dalla Commissione Generale della Pesca nel Mediterraneo (CGPM) e nel 2017 è nata la FRA di Pomo.
La protezione della Fossa di Pomo ha prodotto risultati sorprendenti con un aumento vertiginoso della biomassa di specie commerciali, come scampi e naselli e il ritorno di squali di fondo.
Accordo stipulato per vietare la pesca a strascico nell’area centrale della Fossa di Pomo.
In pochi giorni i pescherecci distruggono i primi effetti della chiusura sul ripopolamento della zona. Interviene MedReAct e presenta alla Commissione Generale della Pesca in Mediterraneo (CGPM), l’organismo che gestisce la pesca nel Mediterraneo, la proposta dell’Adriatic Recovery Project per la chiusura dell’area alla pesca di fondo.
La proposta viene accolta e nasce la FRA di Pomo, istituita inizialmente per 3 anni.
I primi dati dimostrano come in soli due anni la chiusura dell’area alla pesca di fondo abbia portato risultati straordinari: la biomassa delle due specie più sfruttate, scampi e nasello, è quasi raddoppiata. Inoltre l’area è tornata ad essere popolata da specie, come gli squali, che prima del 2017 erano quasi sparite.
Con questo provvedimento la FRA di Pomo si assicura finalmente una tutela definitiva.
Accordo stipulato per vietare la pesca a strascico nell’area centrale della Fossa di Pomo.
In pochi giorni i pescherecci distruggono i primi effetti della chiusura sul ripopolamento della zona. Interviene MedReAct e presenta alla Commissione Generale della Pesca in Mediterraneo (CGPM), l’organismo che gestisce la pesca nel Mediterraneo, la proposta dell’Adriatic Recovery Project per la chiusura dell’area alla pesca di fondo.
La proposta viene accolta e nasce la FRA di Pomo, istituita inizialmente per 3 anni.
I primi dati dimostrano come in soli due anni la chiusura dell’area alla pesca di fondo abbia portato risultati straordinari: la biomassa delle due specie più sfruttate, scampi e nasello, è quasi raddoppiata. Inoltre l’area è tornata ad essere popolata da specie, come gli squali, che prima del 2017 erano quasi sparite.
Con questo provvedimento la FRA di Pomo si assicura finalmente una tutela definitiva.
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