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Comunicato Stampa

Tirana: Buone notizie per la protezione del Mar Mediterraneo

Approvate dalla Commissione Generale della Pesca due raccomandazioni su anguille e zone di restrizione alla pesca

Tempo di lettura: 2 minuti

Tirana, 11 novembre 2022 - Nonostante i dati poco incoraggianti sullo stato di sfruttamento degli stock, dalla Commissione Generale della Pesca nel Mediterraneo CGPM, riunita a Tirana, arrivano buone notizie. Sono state infatti approvate alcune misure per migliorare la gestione di specie a rischio e di aree importanti per la conservazione.

Secondo gli ultimi dati presentati a Tirana, la percentuale degli stock ittici soggetta a sovrasfruttamento è infatti salita dal 75% al 78% e dei 43 stock valutati tra il 2021 e il 2022, solo 23 sono migliorati mentre 20 sono addirittura peggiorati. In un simile preoccupante contesto, sono però state approvate dalla CGPM due raccomandazioni che vanno nella direzione giusta per la tutela della biodiversità del Mediterraneo, grazie anche al lavoro svolto da MedReAct.

La prima raccomandazione riguarda l’anguilla, specie a rischio critico di estinzione per la quale è stato approvato il divieto di pesca ricreativa per tutti gli stadi vitali e in tutti gli habitat e una estensione della chiusura annuale alla pesca a 6 mesi, rispetto ai 3 mesi già esistenti.
L’anguilla è in forte declino da ormai oltre 30 anni. Con la sua drastica riduzione rischiamo di perdere una specie unica, studiata da oltre un secolo per via del suo affascinante ciclo riproduttivo e migratorio che dal Mar dei Sargassi attraversa gli oceani di tutto il mondo.

La seconda raccomandazione introduce misure di gestione trasversali per tutte le Zone di Restrizione alla Pesca (Fisheries Restricted Areas, FRA), tra cui maggiori controlli, piani di monitoraggio scientifico per valutarne l’efficacia e misure di tutela.

Grazie agli straordinari risultati prodotti dall'istituzione della FRA della Fossa di Pomo, promossa da MedReAct, la CGPM ha voluto rafforzare l'insieme delle misure di conservazione che dovranno essere applicate per la protezione delle aree marine vulnerabili.

“Nonostante questi risultati - dice MedReAct -  c’è ancora molto da fare per ripristinare la salute del Mediterraneo”.

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